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NEW SECURITY IN BELGIO

Ecco, se posso dare una impressione certa, posso dire che in tutta la fiera, non grande ma con stand ed espositori ben specifici, è che si stia velocemente andando verso lo standard del concepire i sistemi di sicurezza con comunicazione in rete Ethernet.
Questo in Belgio è sicuramente vero a partire dall’attore che in Italia invece siamo abuituati a vedere un po’ riluttante alla innovazione, alla tecnicità, alla massima efficienza: l’Istituto di Vigilanza. Senza gettare tutto il peso della croce negativa addosso agli Istituti nostrani, si comprende che la ragione sta nella struttura degli Istituti stessi: nel Nord Europa la tecnologia dell’Istituto serve al filtraggio dell’informazione da passare alle forze dell’ordine, che sono quelle che intervengono nel 95% dei casi; per questo motivo l’attenzione dell’Istituto verso l’innovazione tecnologica è al primo posto.
Da noi il fatturato degli Istituti è generato essenzialmente dalle ore/uomo e quindi il dettaglio dell’informazione tecnologica è di solito generica e insufficiente alla valutazione della situazione dalla periferia, tanto “si manda la pattuglia”. Di Forze dell’ordine coordinate nell’azione non se ne parla e nei pochi casi ciò è affidato alla sparuta lungimiranza di qualche Prefetto e in qualche caso c’è contrapposizione operativa in quanto l’Istituto privato è visto come un doppione concorrente delle forze dell’ordine pubbliche.
Per questo siamo abituati a interfacciarci di solito con  vestute ed ansanti macchine di ricezione con vecchi protocolli, dove parlare di Contact-Id è già la modernità massima. Be,’ è stato un piacere conversare con gestori di Istituti con 30, 40.000 collegamenti che tranquillamente danno per scontato che nel giro di qualche anno tutte le comunicazioni saranno portate su rete e l’unica diversificazione sarà tra protocolli di media e alta sicurezza, tipicamente UDP e TCP/IP criptato. Tutti gli istituti in Belgio sono dotati di ricezione su rete dati, oltre alle macchine in protocollo tradizionale che lì è il SIA (base dati). Il Contact-ID (multifrequenza) è il protocollo usato in seconda battuta, quando le comunicazioni col primo offrono qualche problematica.
Lì gli Istituti fanno soprattutto monitoraggio tecnologico e si integrano molto bene con le forze dell’ordine in modo collaborativo. Non è un caso che molti grandi Istituti di Vigilanza del Belgio non abbiano una guardia armata che sia una.
Anche se i problemi di criminalità diffusa sono dapperttutto in Europa, i risultati sono che la sicurezza generalmente percepita dal cittadino è a un livello decisamente superiore che non da noi.
E non sono certo che abbiano costi superiori, anzi: penso che siano solo più organizzati e coordinati. Di conseguenza l’approccio tecnologico alla rete dati da parte degli Istituti è un ennesimo, brillante esempio di massimizzazione del risultato unito a compressione dei costi.
Ci auguriamo che al fine di aumentare concretamente il livello capillare della sicurezza percepita dal cittadino, oggetto ormai di ogni convegno sulla sicurezza, porti a smuovere tecnicamente e operativamente un settore ancora oggi blindato dal Regio Decreto del 1931.
Noi di Axel ci crediamo e attendiamo con fiducia, già pronti tecnologicamente.