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LA NUOVA DIRETTIVA RAEE

È, o dovrebbe, essere noto a tutti gli operatori del comparto elettronico che è entrata in vigore la direttiva RAEE, relativa allo smaltimento dei rifiuti tecnologici.
La direttiva, che segue l’analoga direttiva ROHS già in vigore dalla seconda metà dell’anno scorso, va nella direzione della regolamentazione delle produzioni e smaltimenti dei rifiuti nocivi o pericolosi e prevede, tra l’altro, iscrizione entro 90 giorni presso l’apposito registro presso le Camere di Commercio.
I regolamenti citati sono relativi ai materiali del comparto elettrico ed elettronico.
Senza entrare in facili polemiche che sorgono spontanee e che maliziosamente dicono che se non riusciamo a smaltire in gran parte del paese i rifiuti normali, dove mai piazzeremo quelli speciali, è da riconoscere che la direttiva europea tenta di dare una regolamentazione a quelli che potenzialmente potrebbero diventare delle bombe ecologiche nei prossimi decenni.
L’aspetto immediato della cosa è che ne traggono immediato beneficio nell’ordine, consulenti specifici e aziende di smaltimento dei rifiuti speciali.
Le imprese invece vedono subito un puro aumento di costi e una serie di vincoli e adempimenti burocratici.
Va in ogni caso ben specificato che, come per la direttiva ROHS, la direttiva RAEE si applica ad apparecchiature stand-alone, cioè ad apparati autonomi alimentati ad energia elettrica, sia a batteria che da rete.
Non si applica quindi ad apparati costituenti sistemi o installazioni fisse.
Per fare un esempio del nostro comparto, sono soggetti a RAEE sistemi via radio completamente a batteria, adatti a installazioni fatte anche direttamente dall’utente, oppure rivelatori di fumo autonomi a batteria, ma non quelli relativi a installazioni fisse.
Altro esempio: non sono soggette le centrali e la periferia (sensori, sirene e quant’altro) costituenti parti di sistemi o installazioni fisse.
Non è questo il luogo per una disamina della legge, ma invito ad una attenta analisi della attività di vendita delle aziende che ci leggono per verificare se si è o meno soggetti alla direttiva.
Senza pretese di consulenza o di consulto, ma se qualcuno dei nostri clienti ha dei dubbi può contattare Axel o inviare una mail a bosello@axelweb.com e potremo fornire qualche indicazione aggiuntiva.